Chirurgia della colonna e rieducazione posturale

ll momento riabilitativo nel trattamento della patologia della colonna vertebrale di tipo degenerativo è da sempre considerato un passaggio fondamentale, sia prima che dopo il trattamento chirurgico di stabilizzazione vertebrale. L’indicazione al trattamento chirurgico viene posta dopo aver esperito un prolungato trattamento medico e fisioterapico da cui il paziente non ha tratto risultato, con la persistenza di deficit neurologici o di una sindrome algica invalidante.

Risulta quindi evidente che il paziente giunge all’intervento in totale scompenso vertebrale, con una colonna disequilibrata nelle sue fisiologiche curve, conseguenza di un meccanismo di compenso messo in atto da una reazione antalgica che tenderà a rettilineizzare le curve di lordosi e cifosi.

L’intervento chirurgico sarà utile a rimuovere compressioni neurologiche sulle radici e sul midollo spinale, a ripristinare l’allineamento vertebrale e le curve fisiologiche, ma solo una successiva corretta rieducazione posturale potrà rimettere in equilibrio la colonna vertebrale riducendo il dolore e favorendo un buon trofismo muscolare. ll dolore che persiste nel periodo post operatorio gioca un ruolo estremamente sfavorevole nel successivo recupero, sia a livello psicologico che motorio, per cui è necessario che l’intervento riabilitativo si inserisca in un momento più precoce possibile.

Riportare delle articolazioni ormai quasi completamente fisse ad una buona mobilità comporta uno sforzo notevole soprattutto perché questi movimenti sono accompagnati da dolore. Teniamo anche presente che l’intervento di stabilizzazione vertebrale è un intervento notevolmente invasivo sia per l’osso che per la muscolatura e quindi i tempi di recupero sono particolarmente prolungati.

La colonna vertebrale è una struttura funzionalmente unitaria e quindi una sua patologia settoriale provocherà un risentimento sulla restante struttura provocando inizialmente una rettilineizzazione di compenso, poi patologie discali di vario tipo e scompensi articolari molto dolorosi, su tale situazione trova la sua collocazione una corretta terapia di rieducazione posturale.

Una stretta collaborazione fra chirurgo vertebrale e fisiatra / posturologo è il gold target per il trattamento di questa difficile e invalidante patologia che quasi sempre in passato non ha visto un corretto scambio di informazioni ed esperienza che avrebbero permesso dei risultati terapeutici sicuramente più validi e duraturi. L’interscambio fra le due figure professionali dovrebbe favorire anche l’informazione del paziente per responsabilizzarlo che la scelta chirurgica non è la via più facile e breve per la guarigione, ma solo un punto di passaggio da utilizzarsi soro in caso di assoluta necessità.

TANGHETTI dr. BRUNO, Neurochirurgo
Professore in Chirurgia della Colonna Vertebrale – Università di Brescia