Negli anni dal 2004 al 2011 il mio istinto ha ostinatamente cercato risposte a importanti domande nella corsa di lunga durata. Per questa ricerca personale ho scelto in modo estremamente spontaneo la corsa in solitudine e in ambiente naturale: il deserto e la montagna sono diventati la strada e il mezzo.

Come il quotidiano insegna, la via di una verità necessita impegno e risorse, a maggior ragione quando sivpercepisce la sensazione che il senso ultimo sfugga e la mente prevarichi lo spirito.

Anche nelle prove di lunga durata gioia e dolore sono proporzionalmente legati. Escludendo le implicazioni di carattere mentale, l’allenamento ha un solo obiettivo, non fermarsi mai. Ogni motivo e’ buono per interrompere la corsa: i dolori fisici non risparmiano e dello sconforto che ti assale di notte a giorni di marcia dalla strada più vicina non saprei nemmeno parlarne.

Il dottor Ugo Venturini ha scelto di condividere con me questi anni di preparazione, ha sempre accolto col sorriso ogni mio progetto, quelli più improbabili realizzati e anche quelli che non sono riuscito a portare a termine.

Mi ha seguito con pazienza e comprensione, dal primo avvicinamento a prove su distanze di una decina di ore fino a prove oltre le duecento ore, in solitudineautonomia, alta quota e dislivello, con diversi giorni di forte impegno mentale e fisico. Il carico di lavoro in alcuni casi e’ stato davvero notevole, cosi il professore ha messo a punto diversi protocolli di esercizi finalizzati alla cura e riequilibrio della postura, alla prevenzione degli infortuni e al recupero fisico, alcuni dei quali da svolgere durante la corsa con intervalli periodici di 30 o 50 km.

Spesso gli esercizi venivano eseguiti in pieno deserto del Sahara senza alcuna attrezzatura e hanno richiesto quindi un laborioso adattamento in studio per trovare la sequenza perfetta per essere fattibili.

Correre per giorni e notti in solitudine richiede una cura dell’ equilibrio particolarmente attenta e in anni di lavoro abbiamo ottenuto risultati eccellenti in questo senso.

Riparlandone con lui capita di sorridere ripensando alle condizioni pietose in cui mi presentavo alle visite chiedendo di rimettermi in piedi per continuare a correre, magari dopo prove particolarmente lunghe o nei periodi di maggior carico. Nonostante ciò tutti gli allenamenti e le prove sono state portate a termine senza alcun anti infiammatorio o altro genere di farmaco.

Non posso che ringraziarlo del suo prezioso lavoro di questi anni.